Creta di Rio Secco 2014

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Siamo a Settembre oramai, è il caso di spendere un paio di parole sull’attività svolta dal sodalizio nel mese di Agosto e precisamente sul campo estivo!!! Fino all’ultimo, l’indecisione su dove fare il campo regna sovrana all’interno del gruppo …. varie le proposte: Villanova in zona Monte Couc, ritornare in Pricotic, andare sulla Creta di Rio Secco, riesplorare il Cuel di Lanis, Andare sullo Slebe…. insomma tante idee ma … nessuna che ci coinvolge quel tanto per organizzare con le dovute tempistiche un campo ben programmato. Tant’è che alla fine organizziamo tutto ‘all’ultimo minuto’.

La forcje dai Class sulla Creta di rio Secco
La forcje dai Class sulla Creta di rio Secco

La scelta  cade sulla Creta di Rio Secco, è quasi naturale, visto che non ci torniamo su da almeno una decina d’anni al fine di condurre delle ricerche speleologiche. Le esplorazioni nella sottostante risorgiva del Pricotic infatti  richiedevano una ‘pausa di riflessione’  e  sarebbe stato utile, rivedere la zona di provabile assorbimento con occhi nuovi  magari provvedendo a riposizionare con un GPS serio gli ingressi a noi conosciuti  (o meglio … quelli di cui ci ricordiamo ancora la posizione).

Partendo da questi presupposti, con un paio di uscite a scopo preparatorio, siamo partiti venerdì 8 Agosto con destinazione bivacco Lomasti per allestire il campo nei prati che lo circondano (vista la presenza d’acqua ci sembrava la soluzione ideale …. al momento …. ) e rimanervici, chi più chi meno fino, al 12 Agosto.

Questo il programma … ma la realtà è stata ben altra purtroppo!!! Venerdì 8 arriviamo al punto di partenza del sentiero sul versante austriaco, la strada più corta per raggiungere il bivacco, saliamo con zaini pesantissimi e per tutti si rende necessaria una seconda corsa a valle per un ulteriore viaggio con i sacchi speleo pieni all’inverosimile di materiale e attrezzatura! Montiamo le tende sui prati adiacenti il bivacco, il tempo è quasi sereno anche se, alcune nuvole  ogni tanto scaricano qualche goccia e un fastidioso vento teso viene a disturbare parecchio la serata! Fatti i ‘piani di battaglia’ per la giornata seguente, chi prima chi dopo ci si ritira in tenda ….. e … inizia il calvario!!! Il vento aumenta sempre più, Paoletto è costretto verso la mezzanotte a togliere il telo che a mo’ di tettoia copre i vari sacchi perché c’è il serio rischio che voli via a brandelli infine si rintana nuovamente in tenda ….. l’umidità aumenta e con essa il freddo, sempre più pungente. Mi sveglio per una pipi nel cuore della notte, esco dalla tenda e noto che è calata una nebbia fittissima…. non è un buon segno!

Alle 6 del mattino esco dal lieve tepore del sacco a pelo richiamato da Paoletto per cercare di bloccare il telo che nuovamente non vuol saperne di star fermo  a causa del forte vento, a breve tutti escono dalle rispettive tende con facce scure …. è facile capire che anche per loro è stata una notte insonne! La nebbia è fitta, ma rispetto alla nottata è migliorata … penso che la visibilità si spinga fino a 30/40 mt poi il muro lattiginoso non permette di vedere oltre! Facciamo colazione nell’attesa di un miglioramento, addentrarsi sull’altipiano carsico della creta in simili condizioni di visibilità non è consigliabile, ricordo che dieci anni fa ero uscito con Franco dall’abisso degli Incubi in una condizione similare … a dire il vero erano pure le 22 ….. ma …. in ogni caso per raggiungere il campo, che al tempo distava, si e no, neppure 15 minuti a piedi ci abbiamo messo un’ora e mezza!

L’attesa si allunga…. alle 10.30 malgrado la visibilità non sia ancora il massimo, partiamo  divisi in due squadre, una alla ricerca dei vari ingressi, l’altra con l’obiettivo di ridiscendere a controllare RS13 e poi dirigersi verso i ‘faglioni’ dove un pozzo di una quarantina di metri chiudeva in un tappo di neve dove, uno stretto pertugio fra neve e roccia, faceva intravedere una possibile prosecuzione. La prima squadra quasi subito si imbatte in un  ingresso ostruito che meriterebbe un’indagine più accurata, poi gironzola nella conca della ‘Forcje dai Class’ ritrovando vecchi ingressi già siglati ma senza individuare nulla di ‘invitante’, la seconda squadra dopo aver  constatato che in RS13 il tappo di neve è più alto di almeno quattro metri rispetto all’ultima ‘visita’ e quindi di sicuro eventuali prosecuzioni sono ancora occluse, opta (visto che la quantità di neve sul fondo di RS13 e  il continuo addensarsi di nuvole e nebbie fra sprazzi di sole, sconsigliano la discesa ai ‘faglioni’) per una perlustrazione nella zona limitrofa a RS13 che permette di  ritrovare una serie di pozzi già rilevati durante la nostra precedente attività di ricerca sull’altipiano ma aimè pure questi chiudono inesorabilmente su tappi di neve ben più copiosi di quanto avevamo verificato in passato. Conclusione in profondità non si scende …. almeno quassù!

Nel frattempo la prima squadra ritorna all’ingresso da disostruire e grazie alla tenacia di Marchetto lo apre quel tanto da vedere che sotto c’è forse una grotta che continua! Appresa la notizia via radio, Paoletto scende velocemente verso l’ingresso appena aperto per dare il suo supporto, il resto della squadra lo segue, io mi attardo per riprendere una posizione e rifare le foto ad una targhetta che avevo erroneamente attribuito ad un’altra grotta.

Raggiungo gli altri, e mi accorgo che l’ingresso che è stato disostruito e  quello che al tempo aveva una scritta sbiadita di colore nero con la dicitura Delta1 (oramai del tutto scomparsa), un’ingresso che come sempre è li rimasto in attesa di tempi migliori che forse sono arrivati e quindi viene ribattezzato immediatamente  in ‘Kubika’ in onore del metro cubo (abbondante) di pietre estratte per renderlo quasi transitabile! Noto con piacere che, oltre una micidiale strettoia c’è un pozzetto abbastanza largo,in profondità infine si intravede un’ulteriore nera spaccatura che scende! Paoletto attrezza la calata e si prepara ad entrare, mentre Alessia e Marchetto oramai con le mani a pezzi si avviano verso il campo. Il tempo nel frattempo volge al brutto, il cielo si è incupito e malgrado non ci sia più vento e la nebbia si sia un pò alzata, con nostro grande disappunto, ci accorgiamo che inizia pure a piovigginare! Il freddo reinizia a farsi sentire! Paoletto motivatissimo fa tutto il possibile per oltrepassare la strettoia ma c’è il rischio che una volta passato oltre non arrivi più a ritornare indietro. Serve qualcosa di più incisivo che la mazza e la punta! Dobbiamo rinunciare!

Al momento di raccogliere armi e bagagli, apprendiamo dalla radio che il campo è stato ‘assalito’ dalle vacche  che ci hanno pascolato in mezzo… risultato… una tenda distrutta, una con danni lievi, le rimanenti sporcate e ‘aromatizzate’! Giunti al campo e constatati i danni finiamo pure sotto la pioggia e il freddo la rifà da padrone! Le notizie sulle previsioni meteo per i giorni a seguire non preannunciano niente di buono e quindi visto che la pazienza è giunta al termine, tutta la compagine (a parte Paoletto ancora motivatissimo) decreta ‘terminato’ il campo e propone la discesa a valle per l’indomani!

Visto le avverse condizioni meteo e che nessuno è arrivato al bivacco, ci trasferiamo tutti al suo interno e optiamo per passare la notte li, sicuramente saremo molto più a caldo che non fuori. Al risveglio, il sole splende ma noi siamo svuotati dentro, facciamo un ultimo tentativo per esplorare una fessura in parete vista il giorno precedente ma, anche quella risulta già rilevata! Giriamo ancora un pò e poi il continuo addensarsi di nebbie e nuvole, ci riporta al campo per smontare tutto e dirigerci a valle.

Le piogge dei giorni successivi, non ci fanno pentire per la scelta fatta, ma rimaniamo ancora con una parentesi aperta che dovrà essere investigata quanto prima. Questa è Delta1 (Kubika) che spero ci rivedrà molto ma molto presto!